Self Organized Learning Education

Fondamentale oggi è “istillare l’idea del dubbio.
La complessità non si dipana con le ricette, con la semplificazione.
La complessità si fronteggia standoci dentro con senso critico e atteggiamento flessibile.

I bambini oggi non sono diversi da quelli di ieri, è diversa la società; ma i sistemi formativi sono sempre gli stessi. 
Neurologicamente parlando non siamo in presenza di una mutazione genetica: i “nativi digitali” non esistono. I bambini di oggi sono bambini normali, il loro cervello è uguale a quello dei cuccioli di Sapiens di 120.000 anni fa.
E’ la società intorno a loro che è cambiata…il problema non sono i bambini ma gli occhiali che la scuola usa per guardare loro e soprattutto la società di cui sono figli.

Le classi senza la tecnologia e le aule computer, traducono un’idea di festival e straordinarietà della tecnologia. Occorre che la tecnologia sia disponibile al pari degli altri materiali didattici, va normalizzata come qualcosa di ordinario.
Di fronte a questo, l’adulto di riferimento deve svolgere una funzione di moderazione. Soprattutto a scuola deve trovare modi e forme per sviluppare negli studenti il senso critico e creare le condizioni perché si assumano le loro responsabilità, i due capisaldi su cui oggi è possibile costruire un curriculum digitale.

PIER CESARE RIVOLTELLA

Ogni bambino è un fisico in erba che ama sperimentare, meglio lasciarlo costruire, fallire e ricominciare che tenerlo seduto per ore.

Ogni bambino è un matematico che ama contare, misurare, disegnare linee e cerchi, assemblare forme…

Ogni bambino è un linguista, certo ha bisogno che gli si parli, che le persone che gli stanno intorno rispettino il suo appetito di conoscenza che non esitino a nutrirlo di un ricco vocabolario.

Nel nostro mondo iperconnesso è essenziale oggi che tutti imparino a prestare attenzione e che gli insegnanti prestino più attenzione all’attenzione perché se gli alunni non prestano attenzione alla cosa giusta, non hanno alcuna possibilità di imparare…l’attenzione va incanalata e catturata in ogni momento.

Quando si insegna si tende a dimenticare cosa significa essere ignoranti. Tutti pensiamo che ciò che vediamo noi possono vederlo tutti. E non capiamo che uno studente può, senza alcuna cattiva volontà, non VEDERE nel senso più letterale del termine ciò che si cerca di insegnargli…

Se non gli si insegna a cosa prestare attenzione, non vede ciò che è importante e non lo può imparare.

– STANISLAS DEHAENE

 Se è vero che il circuito della ricompensa è fondamentale, la curiosità ne è parte integrante. 

La scoperta di informazioni che prima erano ignote è già di per sé una ricompensa: attiva il circuito della dopamina.

Questo circuito non risponde solo a ricompense materiali ma anche a nuove informazioni. Alcuni neuroni dopaminergici segnalano la quantità di informazioni che stanno per essere acquisite come se stessero apportando una gratificazione.
Il grado di desiderio nel voler soddisfare la propria curiosità predice l’attività di due regioni essenziali del circuito cerebrale della dopamina: nucleus accumbens e area tegmentale ventrale.

Tutta questa curiosità predice l’apprendimento

– STANISLAS DEHAENE